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Feste e Tradizioni

San Basso

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La festa religiosa ricorre il 5 dicembre, giorno in cui nella cattedrale romanica, dove sono conservate le reliquie, il vescovo celebra una solenne Messa in onore del Santo alla presenza di autorità, associazioni, marinai e gente devota.

Ma i festeggiamenti veri e propri si tengono in estate tra il 3 ed il 4 agosto. La mattina del 3 agosto, dopo la S. Messa in cattedrale, si procede con la tipica e suggestiva “processione per mare“, durante la quale la statua di San Basso viene portata a bordo del motopeschereccio della flotta termolese, estratto a sorte giorni prima, addobbato per l’occasione. Le altre imbarcazioni seguono lÂ’imbarcazione del Santo cariche di gente, formando così un corteo molto suggestivo. A metà  percorso, dal battello col Santo viene gettata in acqua una corona di fiori in onore del protettore ed in segno di legame con il mare: un’antica leggenda narra, infatti, che furono proprio dei pescatori termolesi a ritrovare a largo il sarcofago con le reliquie del vescovo San Basso.
A mezzogiorno circa il corteo rientra in porto e la festa prosegue in serata quando la statua viene portata a spalla in processione per le stradine del Borgo fino al mercato ittico dove viene venerata fino al mattino successivo.

Alle 6 del mattino del 4 agosto, dopo la veglia notturna, viene celebrata una Messa dinanzi allo stesso mercato che conclude la permanenza della statua del santo negli ambienti dei marinai. La sera alle 19,00 viene celebrata un’altra Messa, stavolta nella piazza antistante la Cattedrale, e a seguire l’ultima processione, la più partecipata, stavolta per le vie cittadine.
La festa prosegue poi tra bancarelle, noccioline, giostre e gli immancabili spettacolari fuochi pirotecnici che salutano rimandando l’appuntamento all’anno successivo.

 

L’incendio del Castello

hqdefaultNella storia della città di Termoli una parte non certo felice ma pur sempre affascinante la occupa l’assalto al Borgo vecchio della flotta ottomana guidata dal guerriero Pialj Pascià . Questo attacco, che in verità  non interessa solo la costa termolese ma anche quella abruzzese e pugliese, è datato 1566.

Le mura e il Castello di Termoli, già  danneggiati dai recenti terremoti, furono facilmente assediati dalle truppe ottomane: il 2 agosto 1566, sbarcati con circa 200 galee, gli Ottomani strinsero d’assedio il vecchio borgo marinaro distruggendo abitazioni, mura ed appiccando incendi (il più grave fu quello che vide protagonista la già  vecchia cattedrale romanica) e facendo prigionieri quanti non riuscirono a fuggire nelle campagne.
Le cronache storiche dicono che una eroica resistenza ai Turchi fu opposta dalla popolazione nelle campagne tra Termoli e Guglionesi dove, grazie alla tenacia e al coraggio, si riuscì ad arrestare l’invasione nemica. E proprio da quelle parti, già  dal 1545, sorgevano un convento di cappuccini ed un santuario dedicato alla Madonna della Vittoria, oggi nota come Madonna a Lungo. Qui per anni fu ricordato l’evento con rappresentazioni popolari eseguite dalla gente comune che orgogliosa rievocava la vittoria storica dei propri avi.

Dal 2001, su iniziativa e grazie alle ricerche storiche di Nicolino Cannarsa pubblicate in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, il 15 agosto a Termoli si ricorda l’evento dello sbarco turco con una rappresentazione storico-popolare fatta di comparse in costume e di musicanti. Tale manifestazione va a rafforzare quello che era l’unico segno rimasto negli anni del ricordo dell’evento storico legato a Pialj Pascià , ovvero il caratteristico e suggestivo “incendio del Castello” e richiama in città moltissimi turisti e curiosi.
Si tratta ovviamente di una simulazione, con fuochi pirotecnici, dell’incendio provocato appunto dai turchi e che, più con fantasia che con fede storica, va ad interessare le mura antiche del Borgo e il suo castello.

La Sagra del Pesce

sagra-2013-c-300x160La Sagra del pesce che conclude l’estate termolese l’ultimo fine settimana d’agosto richiama in città  un gran numero di turisti. La festa ha origini molto antiche e dalla sua prima edizione si tiene nel piazzale del porto, in prossimità  degli uffici della capitaneria, con l’area che solitamente è adibita a parcheggio allestita con lunghissime tavolate e panche di legno.

Già nelle prime ore del pomeriggio inizia il via vai degli “addetti ai lavori” e dei primi turisti curiosi e, all’imbrunire, si inizia a friggere.
Un tempo le due padelle venivano riempite d’olio e il pesce, controllato a vista da un gruppo di ragazzi e ragazze, quando raggiungeva la giusta doratura e il punto di cottura ideale, era estratto dai tegami con un apposito bastone di legno alle cui estremità si trovava un cestello. Oggi, per rispetto delle norme igieniche, per cuocere il pesce sono utilizzate numerose friggitrici elettriche riempite di olio rigorosamente proveniente dalle colline molisane.
La frittura, che per la maggior parte è composta dalle buonissime triglie “agostinelle”, dai calamari e dagli scampi dell’Adriatico, viene servita in vaschette e consumata ben calda ai tavoli. Non mancano gli stand della birra che viene spillata a pinte e bevuta a grandi sorsi per fronteggiare il caldo della serata estiva.

Il porto, in questa unica notte dell’anno, diventa luogo d’incontro e centinaia di persone vi si recano anche solo per una passeggiata tra i banchetti dei venditori ambulanti. La musica di qualche band locale e spesso di nomi noti del panorama musicale italiano accompagna turisti e termolesi fino alla mezzanotte quando il primo sparo avvisa che sta per iniziare lo spettacolo pirotecnico.
A quel punto anche dal Corso Nazionale e dal Borgo vecchio la gente scende nel piazzale del porto o si posiziona sulle antiche mura di via del Belvedere per assistere ai fuochi d’artificio che illuminano a giorno l’ultima notte di festa dell’estate termolese.

(fonte: Azienda di Soggiorno di Termoli)

 

IL BORGO VECCHIO

IL MARE